Sequestro di forbici odontoiatriche non conformi a Pordenone
I controlli a tutela del “made in Italy” effettuati dai funzionari dell’Ufficio delle Dogane di Pordenone e dai finanzieri del Comando Provinciale di Pordenone hanno condotto alla scoperta dell’importazione, da parte di un’azienda di Maniago attiva nella produzione e vendita di strumenti chirurgici, di oltre 3500 forbici odontoiatriche dal Pakistan, prive di ogni indicazione sul Paese di fabbricazione.
L’azienda italiana aveva apposto, prima della vendita, il proprio marchio registrato, cosa che avrebbe potuto indurre i consumatori a ritenere che i prodotti fossero stati realizzati in Italia e, ancor più nello specifico, nel territorio maniaghese, rinomato nel mondo per la produzione di strumenti da taglio di assoluta eccellenza. Il controllo ha portato al sequestro delle forbici odontoiatriche. Per la fattispecie, la Legge 350/2003 prevede una sanzione amministrativa con un importo da 10.000 a 250.000 euro.
Ancona: sequestrati 305 milioni di “meccanismi per la rilegatura” contenuti in 4 container in arrivo al porto
Nel corso delle operazioni ispettive di tutela della legalità e della sicurezza degli scambi commerciali, di tutela dei consumatori e in contrasto al commercio illecito portate avanti dai militari della GdiF e dai funzionari ADM, sono stati identificati quattro container in arrivo al Porto di Ancona, sospettati di contenere merce non conforme alle disposizioni nazionali e comunitarie.
A seguito di un approfondito controllo effettuato dal Nucleo Operativo del Gruppo Ancona della Guardia di Finanza e dai funzionari dell’Ufficio Dogane di Ancona, sono state rinvenute ben 7000 confezioni di “meccanismi per la rilegatura” per un totale di oltre 305 milioni di unità, prive della prescritta etichetta con i dati identificativi dell’importatore o del produttore stabilito nell’Unione Europea e senza le necessarie indicazioni circa l’origine extra-unionale della stessa. La merce è stata sottoposta a sequestro amministrativo per la violazione delle norme previste dal Codice del Consumo.
Livorno: sequestrati 2500 oggetti di arredamento per fallaci indicazioni di origine
A seguito di verifiche sulla merce stivata in due container giunti al porto di Livorno da Cina e India, i funzionari del Reparto Controlli allo Sdoganamento dell’Ufficio delle Dogane di Livorno hanno intercettato e sequestrato 2500 articoli di arredamento che avrebbero potuto indurre i consumatori finali a ritenere una erronea origine italiana degli stessi. Le merci, destinate alla medesima azienda toscana, riportavano etichette sulle quali era impresso il nome del marchio della società importatrice associato alla bandiera tricolore italiana, senza alcuna indicazione della effettiva origine del paese di produzione.
I sospetti sulla merce erano nati nel corso di controlli documentali e analisi su banche dati in uso all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, a causa di un analogo precedente che, alcuni anni prima, aveva coinvolto la medesima azienda presso un’altra dogana italiana, nonché dell’assenza, nel portale di vendita on line dell’azienda, delle informazioni al consumatore in materia di origine dei prodotti.
Una volta accertate le violazioni, i funzionari hanno proceduto al sequestro amministrativo della merce, inviando gli atti alla locale Camera di Commercio che ha disposto la regolarizzazione delle etichettature con l’indicazione inequivocabile della reale origine della merce o, in alternativa, l’indicazione che chiarisca la natura di prodotti importati. All’importatore è stato inoltre richiesto di inserire le necessarie indicazioni di origine anche sul sito di vendita, così da poter procedere, dopo la messa a norma, al dissequestro della merce. Nei confronti della società sono state irrogate sanzioni pari a 30.000 euro, sulla base di quanto disposto dalla legge 350/2003 a tutela del “Made in Italy”.
Ftalati oltre i limiti consentiti: sequestrate 25.000 calzature non conformi
A seguito di un controllo effettuato dai funzionari della Sezione Operativa Territoriale di Aprilia, 25.000 paia di infradito sono state sequestrate perché risultate non conformi ai parametri di sicurezza europea. Come accertato dall’Ufficio Laboratorio di Napoli, alle materie plastiche erano infatti state aggiunte sostanze chimiche per migliorarne la flessibilità e la modellabilità. Si trattava nello specifico di ftalati, i cui livelli sono risultati superiori ai limiti consentiti dalla normativa di settore, interferenti endocrini in grado di causare gravi danni alla salute umana, in particolare allo sviluppo del sistema riproduttivo, al metabolismo e al sistema neurologico. Il carico di infradito proveniva dall’estremo oriente ed era destinato a una società della provincia di Roma.
Taranto: sequestro a tutela del Made in Italy
Nell’ambito di controlli quotidiani sulle merci in importazione, funzionari dell’Ufficio delle Dogane di Taranto, in sinergia con i militari del Gruppo di Taranto della Guardia di Finanza, hanno proceduto al sequestro amministrativo, a tutela del Made in Italy, di una partita di oltre 1000 avvitatori manuali con accessori, provenienti dalla Cina.
Il provvedimento adottato è scaturito a seguito di una verifica svolta presso la sede di un importatore locale, nel corso della quale è stata riscontrata la mancata presenza delle obbligatorie indicazioni di origine sulle confezioni e gli imballaggi degli avvitatori, contenenti, invece, un marchio regolarmente registrato di titolarità di una ditta italiana. La presenza del marchio registrato unita all’assenza di informazioni relative alla reale origine costituisce fallace indicazione, tale da indurre il consumatore a ritenere che la merce sia italiana, in violazione delle normative vigenti volte a garantire la trasparenza e la tutela dei prodotti Made in Italy.
L'importanza della verifica della merce importata
Queste operazioni evidenziano l’importanza, per le aziende, di verificare scrupolosamente la conformità alle normative italiane ed europee dei prodotti importati. La mancata osservanza può comportare gravi conseguenze legali, danni reputazionali e rischi per la salute dei consumatori. È quindi fondamentale adottare controlli rigorosi lungo tutta la filiera produttiva e distributiva, assicurando trasparenza e rispetto delle leggi vigenti.