Sostenibilità aziendale, passo in avanti in UE sull’adozione della Direttiva su diritti umani e ambiente

6 Giugno 2023

Il Parlamento europeo ha approvato il 1° giugno 2023 con 366 voti a favore, 225 contrari e 38 astensioni gli emendamenti alla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla due diligence delle imprese ai fini della sostenibilità, a modifica della direttiva (UE) 2019/1937, con lo scopo di integrare il rispetto dei diritti umani e ambientali nella governance aziendale. Una mossa decisiva, che dà il via a una nuova era per la corporate governance all’interno dell’Unione Europea. La direttiva attinge ai principi di due pionieristiche leggi francesi, la loi sur le devoir de vigilance e la legge anticorruzione Sapin II.

A chi si applica la direttiva?

  1. Tutte le società con sede nell’UE con più di 250 dipendenti e un fatturato globale superiore a 40 milioni di euro, in tutti i settori, compresi i servizi finanziari.
  2. Le capogruppo con oltre 500 dipendenti e un fatturato globale superiore a 150 milioni di euro.
  3. Le imprese non UE con un fatturato superiore a 150 milioni di euro, se almeno 40 milioni di euro di tale fatturato è generato all’interno dell’UE.

Che cosa stabilisce?

Le aziende saranno tenute a identificare e, se necessario, prevenire, porre fine o mitigare, l’impatto negativo che le loro attività hanno su diritti umani e ambiente, come il lavoro minorile, la schiavitù, lo sfruttamento del lavoro, l’inquinamento, il degrado ambientale e la perdita di biodiversità. Inoltre, dovranno monitorare e valutare l’impatto sui diritti umani e sull’ambiente dei loro partner della catena del valore, compresi i fornitori, la vendita, la distribuzione, il trasporto, lo stoccaggio, la gestione dei rifiuti e altre aree.

Nel tentativo di frenare il riscaldamento globale, le aziende sono tenute a creare e aderire a un piano di transizione volto a mantenere il riscaldamento globale entro il limite di 1,5°. Inoltre, nel caso di grandi società con oltre 1.000 dipendenti, il raggiungimento degli obiettivi fissati nel piano avrà un impatto diretto sulla remunerazione variabile degli amministratori, come i bonus.

Le nuove norme prevedono anche che le imprese collaborino e sostengano le persone colpite dalle loro azioni, compresi gli attivisti per i diritti umani e l’ambiente, introducano un meccanismo di reclamo e controllino regolarmente l’efficacia della loro politica di due diligence. Per facilitare l’accesso degli investitori, le informazioni su questa politica aziendale dovrebbero essere rese disponibili anche sul Punto unico di accesso europeo (ESAP).

Sanzioni e meccanismo di vigilanza

Le società che non rispetteranno le regole saranno responsabili degli eventuali danni e potranno essere sanzionate dalle autorità di vigilanza nazionali. Le sanzioni comprendono misure quali il “naming and shaming” (pubblicazione dei nomi degli inadempienti), il ritiro dal mercato dei prodotti dell’azienda o ammende pari ad almeno il 5% del fatturato netto globale. Le aziende extra-UE che non rispettano le regole saranno escluse dagli appalti pubblici UE.

Secondo il testo adottato, i nuovi obblighi si applicheranno dopo 3 o 4 anni, a seconda delle dimensioni dell’azienda. Le imprese più piccole potranno ritardare l’attuazione delle nuove direttive di un ulteriore anno.

Prossimi passi per la Direttiva UE sulla Corporate Sustainability Due Diligence

Dopo l’adozione della direttiva da parte del Parlamento europeo, il processo legislativo non è ancora completo. Rimangono quindi alcuni passi da fare prima che diventi applicabile per le aziende: adozione da parte del Consiglio, firma dei presidenti di Parlamento e Consiglio, pubblicazione in Gazzetta Ufficiale UE e recepimento da parte degli Stati membri. Caratteristica fondamentale delle direttive UE, infatti, è che non sono direttamente applicabili, ma richiedono il recepimento nel diritto nazionale da parte di ciascuno Stato membro. L’UE fissa una scadenza per questo processo, solitamente pari a due anni dall’entrata in vigore della direttiva. Una volta recepite nel diritto nazionale, le disposizioni della direttiva diventano esecutive. Le autorità nazionali sorveglieranno la conformità e applicheranno sanzioni in caso di violazioni, conformemente alle disposizioni nazionali di attuazione della direttiva. La Commissione europea controllerà anche la corretta trasposizione e applicazione della direttiva in tutti gli Stati membri.

Nonostante questa direttiva non sia quindi ancora direttamente applicabile, le imprese dovrebbero iniziare a prepararsi alla sua attuazione, sfruttando anche gli esiti dell’esperienza francese connessa alla loi sur le devoir de vigilance e alla legge anticorruzione Sapin II.

Legislazione sulla sostenibilità: l’esperienza francese

La Francia è in prima linea nella legislazione in materia di sostenibilità aziendale e anticorruzione già dal 2016/2017, quando ha introdotto due leggi all’avanguardia: la legge sul dovere di vigilanza (loi sur le devoir de vigilance) e la legge Sapin II.

Le aziende francesi hanno dovuto adattare significativamente le loro pratiche dall’introduzione di queste due leggi. L’esperienza ha dimostrato che una preparazione precoce, procedure complete di valutazione dei rischi, forti processi di due diligence e chiari canali di comunicazione sono fondamentali per permettere alle aziende di soddisfare questi severi requisiti.

 

 

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