Sanzioni: sempre più Paesi terzi si allineano alle misure adottate da Stati Uniti e Unione Europea

19 Marzo 2024

Alla luce del sempre più complesso quadro geopolitico internazionale e dell’ingente apparato sanzionatorio posto in essere sia dalle autorità statunitensi che da quelle europee, sono sempre di più i Paesi che stanno ampliando il proprio sistema di misure restrittive in connessione ai principali conflitti attualmente in essere.

È il caso, per esempio, del conflitto israelo-palestinese; ai vari provvedimenti adottati dal Dipartimento del Tesoro americano a partire da ottobre 2023 e al Reg. (UE) 2024/386 del Consiglio Europeo del 19 gennaio 2024, hanno fatto eco le misure implementate dal Canada in seno al quadro del Special Economic Measures Act (SEMA) e l’annuncio da parte del Consiglio Europeo che, in data 13 febbraio, ha comunicato che anche Macedonia del Nord, Montenegro, Serbia, Albania, Ucraina, Moldavia, Bosnia-Erzegovina e Georgia, unitamente al Liechtenstein, hanno deciso di istituire un quadro sanzionatorio dedicato nei confronti di coloro che con, le proprie azioni, sostengono Hamas e la Jihad Islamica palestinese. In risposta agli attacchi terroristici del 7 ottobre 2023, anche Nuova Zelanda e Giappone hanno predisposto misure restrittive specifiche nei confronti sia del braccio politico che di quello militare di Hamas, nonché di determinati soggetti ad esso collegati, al fine di contrastare finanziamenti diretti o indiretti al terrorismo.

Sul fronte del conflitto russo-ucraino, Albania, Bosnia ed Erzegovina, Montenegro, Nord Macedonia, Serbia, Turchia, Moldavia e Georgia, in quanto Paesi candidati all’ingresso nell’Unione Europea, hanno implementato misure parimenti restrittive a quelle adottate dalle autorità unionali al fine di conseguire gli obiettivi di allineamento stabiliti nei rispettivi SAAs (Stabilization and Association Agreement) e di uniformarsi alla Common Foreign Security Policy.

Inoltre, a seguito dell’annuncio della morte di Alexei Navalny, Regno Unito e Giappone hanno adottato nuove misure restrittive nei confronti della Russia, imponendo il congelamento di fondi e risorse economiche di alcuni soggetti listati, così come specifici divieti per l’import e l’export di determinate categorie di prodotti; Australia e Canada, adeguandosi ai provvedimenti implementati dal Dipartimento del Tesoro americano, hanno previsto, oltre al congelamento di fondi e risorse economiche, anche il divieto all’ingresso dei soggetti inclusi nelle rispettive liste di controllo nel territorio su cui esercitano la propria giurisdizione.

 

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