Regno Unito: una nuova “carbon tax” sulle importazioni ad alta intensità di carbonio

Allo scopo di sostenere la spinta alla decarbonizzazione e sulla scia del CBAM (Carbon Border Adjustment Mechanism) adottato dall’Unione Europea, il Regno Unito ha annunciato l’introduzione, entro il 2027, di una nuova “carbon tax” sui beni ad alta intensità di carbonio importati nel Paese.

Le importazioni di prodotti quali ferro, acciaio, alluminio, ceramica e cemento dall’estero saranno quindi sottoposte a un meccanismo di adeguamento della CO2 alle frontiere. L’onere applicato dipenderà dalla quantità di carbonio emessa nella produzione del bene importato e dall’eventuale divario tra il prezzo del carbonio applicato nel Paese di origine – se previsto – e il prezzo del carbonio affrontato dai produttori del Regno Unito.

La proposta vuole, da un lato, supportare la spinta alla decarbonizzazione, sulla scia di altre misure previste dal Governo britannico, quale l’Industrial Energy Traformation Fund, introdotto nel 2018 per sostenere le imprese nella transizione energetica, e il Net Zero Innovation Porftolio, che prevede un finanziamento statale a favore di tecnologie e sistemi a basse emissioni di carbonio. Dall’altro, si propone di tutelare il settore industriale britannico da competitor provenienti da Paesi con normative climatiche più permissive, riducendo il rischio di “rilocalizzazione delle emissioni di carbonio” in Paesi in cui la tassazione sulle emissioni sia inferiore o addirittura assente.

La progettazione e l’attuazione di questo meccanismo, nonché l’elenco preciso dei prodotti che rientreranno nell’ambito di applicazione, saranno oggetto di ulteriori consultazioni nel corso del 2024. Il governo britannico ha annunciato che si impegnerà anche con i partner commerciali, compresi i Paesi in via di sviluppo, nonché con le imprese e le organizzazioni interessate, per ridurre al minimo l’impatto sul commercio e le necessarie misure di conformità.