Allarme elusioni sanzioni Russia: le raccomandazioni degli Usa
Le autorità degli Stati Uniti – il Bureau of Industry and Security (BIS) del Dipartimento del commercio, il Dipartimento della giustizia (DOJ) e l’Office of Foreign Assets Control (OFAC) del Dipartimento del Tesoro – hanno emesso una nota congiunta in cui descrivono i tentativi di elusione delle restrizioni verso la Russia. In particolare, la nota sottolinea come la Russia utilizzi intermediari di terze parti e punti di trasbordo per aggirare le restrizioni e oscurare le vere identità degli utenti finali russi. Vengono inoltre riportati segnali di allarme (red flag) che possono indicare che un intermediario di terze parti potrebbe essere coinvolto in tentativi di elusioni delle sanzioni o di controlli sulle esportazioni.
Le autorità Usa ricordano che entità e istituzioni finanziarie che conducono affari con persone statunitensi o all’interno degli Stati Uniti, così come imprese anche non americane che trattano beni o servizi di origine statunitense o beni di origine straniera soggetti alle leggi statunitensi sull’esportazione, devono essere vigili contro i tentativi di elusioni delle sanzioni ed essere conformi alle leggi sul controllo delle esportazioni.
I principali segnali di allarme che indicano un tentativo di elusione delle sanzioni
- Utilizzo di persone giuridiche, società di comodo e accordi legali per oscurare proprietà, fonti di fondi o paesi coinvolti in particolare giurisdizioni sanzionate
- Riluttanza di un cliente a condividere informazioni sull’utilizzo finale di un prodotto e a compilare la relativa documentazione
- Utilizzo di società di comodo per effettuare bonifici internazionali, spesso coinvolgendo istituzioni finanziarie in giurisdizioni diverse dalla registrazione della società
- Rifiutare installazioni personalizzate, la formazione o la manutenzione degli articoli acquistati
- Indirizzi IP che non corrispondono ai dati sulla posizione segnalati da un cliente
- Modifiche dell’ultimo minuto alle istruzioni di spedizione difformi rispetto a quelle consone del cliente o alle pratiche commerciali
- Pagamento proveniente da un paese terzo o da un’azienda non indicata nell’End-User Statement o in altra documentazione
- Utilizzo di caselle di posta elettronica personali al posto di quelle aziendali
- Gestione di attività commerciali complesse e/o internazionali utilizzando indirizzi residenziali o indirizzi comuni per più entità societarie strettamente controllate
- Modifiche alle lettere di incarico standard che oscurano il cliente finale
- Transazioni che comportano una variazione di spedizioni o pagamenti precedentemente programmati per Russia o Bielorussia
- Transazioni che coinvolgono entità con poca o nessuna presenza sul web
- Spedizioni degli acquisti attraverso determinati punti di trasbordo comunemente utilizzati per reindirizzare illegalmente articoli soggetti a restrizioni in Russia o Bielorussia. Tali località possono includere la Cina (compresi Hong Kong e Macao) e giurisdizioni vicine alla Russia, tra cui Armenia, Turchia e Uzbekistan
Internal Compliance Program: efficace strumento per prevenire il rischio sanzionatorio
Le autorità Usa sottolineano che le best practice per affrontare tali rischi consistono nello screening di clienti, intermediari e controparti e nello svolgimento di due diligence, che produttori, distributori, rivenditori e spedizionieri dovrebbero svolgere per rilevare segnali di allarme di potenziali sanzioni o violazioni delle esportazioni.
Viene soprattutto richiamata l’importanza per le imprese di adottare Internal Compliance Program, vale a dire policy e procedure aziendali funzionali a gestire le operazioni commerciali e finanziarie nel rispetto dei regimi sanzionatori. Si tratta in particolare di presidiare gli aspetti di export control e trade compliance, quali verifiche su soggetti inseriti in blacklist, prodotti soggetti a restrizioni, paesi sotto embargo, adempimenti doganali e gestione dell’origine dei prodotti. I programmi di conformità dovrebbero includere l’impegno della direzione, la valutazione del rischio, controlli interni, test, audit e la formazione.
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