Internal Compliance Program di ZPC: rinnovata la certificazione

18 Novembre 2025

Introduzione

ZPC ha superato con successo l’audit di rinnovo della certificazione del proprio Internal Compliance Program (ICP), confermando la qualità del metodo adottato. Il rinnovo, rilasciato da CEPAS – società del gruppo Bureau Veritas Italia, rafforza un percorso iniziato nel 2022, quando ZPC si è contraddistinta come prima realtà italiana a certificare un servizio di ICP secondo standard riconosciuti.

ICP ZPC 2025 (1)

Che cos’è un Internal Compliance Program (ICP)

Un Internal Compliance Program (ICP) è un insieme strutturato di procedure, controlli, strumenti organizzativi, accompagnati da attività di formazione, finalizzati a garantire che un’azienda rispetti le normative internazionali in materia di export control, sanzioni, dual use e restrizioni commerciali.

 

L’ICP nasce per prevenire rischi connessi al commercio internazionale – come esportazioni non autorizzate, rapporti con soggetti sanzionati o trasferimento illecito di tecnologie sensibili – e per assicurare che ogni operazione commerciale o finanziaria sia condotta in conformità con le leggi nazionali, europee e internazionali.

 

Un ICP efficace:

 

  • definisce responsabilità e ruoli interni;

 

  • stabilisce procedure operative per verificare beni, soggetti e Paesi;

 

  • introduce controlli documentati e tracciabili;

 

  • prevede attività di monitoraggio e formazione;

 

  • integra sistemi digitali per automatizzare verifiche e ridurre il rischio di errore.

 

In ambito export, l’ICP è oggi considerato uno standard internazionale e, in molti casi, un obbligo normativo richiesto dalle autorità competenti per il rilascio di autorizzazioni specifiche.

L’ICP come requisito normativo: obblighi UAMA e regolamenti europei

Negli ultimi anni l’ICP si è trasformato da buona pratica a vero e proprio requisito normativo.

L’UAMA, l’Autorità del Ministero degli Affari Esteri responsabile delle licenze per l’esportazione di beni dual use, ha pubblicato diverse circolari e note operative che rendono obbligatoria l’adozione di un Programma Interno di Conformità per le imprese che richiedono specifiche autorizzazioni facilitate, tra cui:

 

  • Autorizzazione Generale dell’UE EU 007, relativa all’esportazione intragruppo di software e tecnologia;

 

  • Autorizzazione Globale Grandi Progetti, per esportazioni verso Paesi terzi nell’ambito di costruzione o realizzazione di impianti e progetti complessi;

 

  • altre autorizzazioni globali già previste dal Regolamento europeo.

 

Tali obblighi si fondano sul Regolamento UE 821/2021, che disciplina il controllo dei beni a duplice uso, e sulle Linee guida europee per la creazione di ICP (Raccomandazione 2019/1318 e Raccomandazione 2019/1938). Il Regolamento invita esplicitamente gli esportatori a dotarsi di presidi interni per valutare e gestire i rischi connessi alle operazioni di export.

 

A completare il quadro, la piattaforma digitale dell’UAMA, e-licensing, richiede l’invio del documento ICP e del relativo questionario di verifica interna, strumenti che attestano la capacità dell’azienda di presidiare i processi di export control.

 

I rischi del commercio internazionale: perché l’ICP è diventato indispensabile

Operare oggi sui mercati globali significa confrontarsi con un contesto caratterizzato da:

 

  • oltre 100 programmi sanzionatori emanati da ONU, UE e USA;

 

  • restrizioni su Paesi, soggetti e categorie merceologiche;

 

  • controlli crescenti su beni dual use, materiali sensibili e tecnologie avanzate;

 

  • rischi di violazioni non sempre immediatamente identificabili.

 

Le conseguenze possono essere gravi: dal blocco delle forniture alle sanzioni economiche, fino a danni reputazionali rilevanti e all’interruzione delle attività di export.

 

Le autorità internazionali stanno spingendo con forza verso l’adozione di modelli organizzati di compliance:

 

  • negli Stati Uniti l’OFAC, con il documento Framework for OFAC Compliance Commitments, invita imprese americane e non americane ad adottare Sanctions Compliance Programs;

 

  • in Europa la Commissione ha pubblicato linee guida specifiche per la creazione di ICP efficaci.

Il metodo ZPC: un approccio strutturato, risk-based e digitalizzato

Il modello di ICP sviluppato da ZPC è costruito secondo principi internazionali ed è personalizzato sulle esigenze industriali delle aziende. Include:

 

  • Risk Assessment dei potenziali rischi aziendali legati all’export;

 

  • procedure per la classificazione doganale, la verifica di beni dual use e prodotti soggetti a restrizioni;

 

  • screening soggettivo su clienti, fornitori, partner e intermediari;

 

  • verifiche sui Paesi sottoposti a embargo o restrizioni;

 

  • gestione dell’origine, adempimenti doganali e tracciabilità delle decisioni;

 

  • programmi di formazione continua per il personale coinvolto nell’export.

 

Il tutto è supportato da piattaforme digitali avanzate, che semplificano la gestione dei flussi interni, automatizzano verifiche critiche e garantiscono tracciabilità e controlli documentabili.

Una certificazione che crea valore per le imprese

La certificazione del proprio ICP, resa possibile grazie alla collaborazione tra ZPC e CEPAS, offre alle aziende numerosi vantaggi:

 

  • rafforzamento della credibilità verso clienti, partner e istituzioni;

 

  • maggiore affidabilità nelle richieste di autorizzazioni UAMA;

 

  • ottimizzazione dei processi interni e riduzione di tempi e costi;

 

  • capacità di prevenire e mitigare rischi di sanzioni;

 

  • aumento della trasparenza e della competitività sul mercato internazionale.

 

Il successo dell’audit di rinnovo per il 2025 conferma la solidità del metodo ZPC e la crescente importanza degli Internal Compliance Program come strumenti strategici per un export sicuro, conforme e orientato alla crescita.

 

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