Che cos’è un Internal Compliance Program (ICP)
Un Internal Compliance Program (ICP) è un insieme strutturato di procedure, controlli, strumenti organizzativi, accompagnati da attività di formazione, finalizzati a garantire che un’azienda rispetti le normative internazionali in materia di export control, sanzioni, dual use e restrizioni commerciali.
L’ICP nasce per prevenire rischi connessi al commercio internazionale – come esportazioni non autorizzate, rapporti con soggetti sanzionati o trasferimento illecito di tecnologie sensibili – e per assicurare che ogni operazione commerciale o finanziaria sia condotta in conformità con le leggi nazionali, europee e internazionali.
Un ICP efficace:
- definisce responsabilità e ruoli interni;
- stabilisce procedure operative per verificare beni, soggetti e Paesi;
- introduce controlli documentati e tracciabili;
- prevede attività di monitoraggio e formazione;
- integra sistemi digitali per automatizzare verifiche e ridurre il rischio di errore.
In ambito export, l’ICP è oggi considerato uno standard internazionale e, in molti casi, un obbligo normativo richiesto dalle autorità competenti per il rilascio di autorizzazioni specifiche.
L’ICP come requisito normativo: obblighi UAMA e regolamenti europei
Negli ultimi anni l’ICP si è trasformato da buona pratica a vero e proprio requisito normativo.
L’UAMA, l’Autorità del Ministero degli Affari Esteri responsabile delle licenze per l’esportazione di beni dual use, ha pubblicato diverse circolari e note operative che rendono obbligatoria l’adozione di un Programma Interno di Conformità per le imprese che richiedono specifiche autorizzazioni facilitate, tra cui:
- Autorizzazione Generale dell’UE EU 007, relativa all’esportazione intragruppo di software e tecnologia;
- Autorizzazione Globale Grandi Progetti, per esportazioni verso Paesi terzi nell’ambito di costruzione o realizzazione di impianti e progetti complessi;
- altre autorizzazioni globali già previste dal Regolamento europeo.
Tali obblighi si fondano sul Regolamento UE 821/2021, che disciplina il controllo dei beni a duplice uso, e sulle Linee guida europee per la creazione di ICP (Raccomandazione 2019/1318 e Raccomandazione 2019/1938). Il Regolamento invita esplicitamente gli esportatori a dotarsi di presidi interni per valutare e gestire i rischi connessi alle operazioni di export.
A completare il quadro, la piattaforma digitale dell’UAMA, e-licensing, richiede l’invio del documento ICP e del relativo questionario di verifica interna, strumenti che attestano la capacità dell’azienda di presidiare i processi di export control.
I rischi del commercio internazionale: perché l’ICP è diventato indispensabile
Operare oggi sui mercati globali significa confrontarsi con un contesto caratterizzato da:
- oltre 100 programmi sanzionatori emanati da ONU, UE e USA;
- restrizioni su Paesi, soggetti e categorie merceologiche;
- controlli crescenti su beni dual use, materiali sensibili e tecnologie avanzate;
- rischi di violazioni non sempre immediatamente identificabili.
Le conseguenze possono essere gravi: dal blocco delle forniture alle sanzioni economiche, fino a danni reputazionali rilevanti e all’interruzione delle attività di export.
Le autorità internazionali stanno spingendo con forza verso l’adozione di modelli organizzati di compliance:
- negli Stati Uniti l’OFAC, con il documento Framework for OFAC Compliance Commitments, invita imprese americane e non americane ad adottare Sanctions Compliance Programs;
- in Europa la Commissione ha pubblicato linee guida specifiche per la creazione di ICP efficaci.
Il metodo ZPC: un approccio strutturato, risk-based e digitalizzato
Il modello di ICP sviluppato da ZPC è costruito secondo principi internazionali ed è personalizzato sulle esigenze industriali delle aziende. Include:
- Risk Assessment dei potenziali rischi aziendali legati all’export;
- procedure per la classificazione doganale, la verifica di beni dual use e prodotti soggetti a restrizioni;
- screening soggettivo su clienti, fornitori, partner e intermediari;
- verifiche sui Paesi sottoposti a embargo o restrizioni;
- gestione dell’origine, adempimenti doganali e tracciabilità delle decisioni;
- programmi di formazione continua per il personale coinvolto nell’export.
Il tutto è supportato da piattaforme digitali avanzate, che semplificano la gestione dei flussi interni, automatizzano verifiche critiche e garantiscono tracciabilità e controlli documentabili.
Una certificazione che crea valore per le imprese
La certificazione del proprio ICP, resa possibile grazie alla collaborazione tra ZPC e CEPAS, offre alle aziende numerosi vantaggi:
- rafforzamento della credibilità verso clienti, partner e istituzioni;
- maggiore affidabilità nelle richieste di autorizzazioni UAMA;
- ottimizzazione dei processi interni e riduzione di tempi e costi;
- capacità di prevenire e mitigare rischi di sanzioni;
- aumento della trasparenza e della competitività sul mercato internazionale.
Il successo dell’audit di rinnovo per il 2025 conferma la solidità del metodo ZPC e la crescente importanza degli Internal Compliance Program come strumenti strategici per un export sicuro, conforme e orientato alla crescita.
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