UE: in vigore il Regolamento sulle materie prime critiche
È entrato in vigore il 23 maggio 2024 il Regolamento UE 2024/1252 che istituisce un quadro atto a garantire un approvvigionamento sicuro e sostenibile di materie prime critiche.
Le materie prime critiche
Il Regolamento elenca un serie di materie prime considerate “critiche”, poiché essenziali per il funzionamento e l’integrità di una vasta gamma di ecosistemi industriali e caratterizzate da un elevato rischio di perturbazione dell’approvvigionamento, causato dalla concentrazione dell’offerta in pochi Paesi terzi e dalla mancanza di sostituti validi a prezzi accessibili.
Si tratta di materie prime – quali metalli comuni, minerali e materiali naturali, per lo più provenienti da Paesi extra-UE – la cui domanda è destinata ad aumentare in modo esponenziale, poiché fondamentali per il processo di transizione verde dai combustibili fossili a sistemi energetici puliti, per la transizione digitale, ma anche per le catene del valore industriali in generale e per le tecnologie strategiche in settori come spazio e difesa. Queste materie si trovano in molti apparecchi di uso quotidiano – quali smartphone, veicoli elettrici, aerei… – e in prodotti essenziali per l’economia di ogni Stato membro. Per alcune di esse, l’approvvigionamento dell’UE dipende esclusivamente da un unico Paese; è il caso, per esempio, degli elementi delle terre rare pesanti, proveniente al 100% dalla Cina, o del boro, fornito al 98% dalla Turchia.
Nel dettaglio, l’elenco attualmente comprende 34 materie critiche, 17 delle quali definite “strategiche”; si tratta di: alluminio/bauxite/allumina, carbone da coke, litio, fosforo, antimonio, feldspato, elementi delle terre rare leggere, scandio, arsenico, spatofluore, magnesio, silicio metallico, barite, gallio, manganese, stronzio, berillio, germanio, grafite naturale, tantalio, bismuto, afnio, niobio, titanio metallico, boro, elio, metalli del gruppo del platino, tungsteno, cobalto, elementi delle terre rare pesanti, fosforite, vanadio, rame, nichel.
Il Regolamento
Il Regolamento mira a rafforzare tutte le fasi della catena del valore europea delle materie prime critiche:
- diversificando le importazioni dell’UE per ridurre le dipendenze strategiche;
- migliorando la capacità dell’UE di monitorare e attenuare i rischi di perturbazioni dell’approvvigionamento;
- rafforzando la circolarità e la sostenibilità.
A tal proposito, il Regolamento stabilisce tre parametri di riferimento per la copertura del consumo annuo di materie prime critiche dell’UE: almeno il 10% deve provenire da estrazioni all’interno dell’UE, almeno il 40% da trasformazione all’interno dell’UE e almeno il 25% da riciclaggio interno. Inoltre:
- introduce scadenze chiare per le procedure di autorizzazione per i progetti di estrazione dell’UE;
- consente alla Commissione e agli Stati membri di riconoscere un progetto come “strategico”, dando la possibilità di beneficiare di un sostegno nell’accesso ai finanziamenti;
- richiede, ad alcune tipologie di imprese, periodiche valutazioni del rischio della catena di approvvigionamento;
- impone agli Stati membri di disporre di piani nazionali di esplorazione.
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