Russia: nuove sanzioni contro i Paesi “ostili”

11 Agosto 2023

Si inasprisce la politica contro-sanzionatoria della Russia verso quei Paesi considerati “ostili” perché colpevoli di aver a loro volta istituito un regime sanzionatorio nei suoi confronti in seguito alla “operazione speciale in Ucraina”. Riportiamo di seguito i più recenti provvedimenti emessi in quest’ottica dal Cremlino e dalle sue istituzioni.

Congelati i beni di Goldman Sachs

Goldman Sachs sta affrontando le conseguenze delle sanzioni occidentali sulle imprese russe dopo che un tribunale di Mosca ha temporaneamente congelato i suoi beni per un valore di circa 36 milioni di dollari US a seguito di una causa intentata dalla banca russa Otkritie. Questa ha infatti accusato Goldman Sachs del mancato adempimento degli obblighi di debito, che la banca americana afferma di non aver pagato a causa delle sanzioni statunitensi.

Le attività di Goldman Sachs congelate in Russia includono una partecipazione del 5% nel più grande rivenditore russo di articoli per bambini, Detsky Mir, del valore di 27 milioni di dollari, e azioni in Sberbank, VTB, Gazprom, Lukoil, Aeroflot e Magnit.

Sospesi gli accordi fiscali con i Paesi “ostili”

Lo scorso 8 agosto il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un ordine esecutivo che prevede la sospensione di alcune disposizioni relative ad accordi fiscali con diversi Paesi designati come “ostili”, cioè quelli che hanno adottato misure restrittive contro la Federazione Russa in risposta all’invasione dell’Ucraina, inclusa l’Italia. Il decreto prevede la sospensione delle disposizioni bilaterali contro la doppia imposizione e dei trattati sull’evasione fiscale stipulati con Albania, Australia, Austria, Belgio, Bulgaria, Canada, Croazia, Repubblica Ceca, Cipro, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Irlanda, Islanda, Italia, Giappone, Lituania, Lussemburgo, Malta, Montenegro, Nuova Zelanda, Norvegia, Macedonia del Nord, Polonia, Portogallo, Romania, Singapore, Slovacchia, Slovenia, Corea del Sud, Spagna, Svezia, Svizzera, Regno Unito e Stati Uniti.

La decisione è stata presa “sulla base della necessità di adottare misure immediate” in vista delle azioni ostili di questi Paesi. L’esecuzione dei documenti elencati nel decreto è sospesa “fino a quando gli Stati stranieri non rettificheranno le violazioni dei legittimi interessi economici e di altro tipo della Russia, dei diritti dei suoi cittadini e delle persone giuridiche commesse da loro” o fino alla scadenza dei relativi documenti.

Il decreto, entrato in vigore con effetto immediato, sospende le disposizioni di specifici articoli all’interno dei trattati internazionali firmati con la Russia, come le disposizioni su ritenuta d’acconto, redditi da capitale in Russia, dividendi, interessi, royalties, pensioni e altri sgravi fiscali. Il Governo russo è stato inoltre incaricato di adottare contestualmente misure per ridurre l’impatto della sospensione delle convenzioni contro le doppie imposizioni sull’economia nazionale

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