Niger, adottate misure restrittive da parte dell’UE

16 Ottobre 2024

Introduzione

Il quadro di misure restrittive adottato dal Consiglio UE in considerazione della situazione in Niger consente di sanzionare le persone e le entità responsabili di azioni che minaccino la pace, la stabilità e la sicurezza del Paese, compromettano l'ordine costituzionale, la democrazia, lo Stato di diritto o costituiscano gravi violazioni o abusi dei diritti umani o violazioni del diritto internazionale umanitario applicabile in Niger.

Le misure restrittive adottate

Lo scorso 23 ottobre, il Consiglio dell’Unione europea ha adottato un quadro di misure restrittive in considerazione della situazione in Niger (Regolamento (UE) 2023/2406). Il provvedimento consente all’UE di sanzionare le persone e le entità responsabili di azioni che minaccino la pace, la stabilità e la sicurezza del Niger, compromettano l’ordine costituzionale, la democrazia, lo Stato di diritto o costituiscano gravi violazioni o abusi dei diritti umani o violazioni del diritto internazionale umanitario applicabile in Niger. Questo nuovo quadro autonomo per le misure restrittive mira a fornire sostegno agli sforzi dell’ECOWAS, la Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale, a favore di un rapido ritorno all’ordine costituzionale in Niger in seguito al Colpo di Stato dello scorso luglio.

Le misure restrittive consistono nel congelamento di fondi e risorse economiche di persone fisiche o giuridiche elencate nell’allegato I del Regolamento (UE) 2023/2406 (che al momento non include nessun soggetto listato), nel divieto di mettere fondi a disposizione di tali soggetti e nel divieto di viaggio in Ue per le persone fisiche listate. Al fine di tutelare la fornitura tempestiva di assistenza umanitaria e le attività a favore dei bisogni umani fondamentali in Niger, il nuovo regime prevede una deroga umanitaria alle misure di congelamento dei beni in linea con la Risoluzione 2664 (2022) del Consiglio di sicurezza dell’ONU.

 

Il contesto

Lo scorso 26 luglio, un colpo di Stato militare ha tentato di deporre il presidente Mohamed Bazoum, democraticamente eletto. Due giorni dopo, il generale Tchiani, capo della guardia presidenziale, si è autoproclamato presidente del Conseil national pour la sauvegarde de la patrie (CNSP). A tutt’oggi, il presidente Bazoum, che si è rifiutato di dimettersi, è detenuto, insieme alla moglie e al figlio, nel palazzo presidenziale. L’ECOWAS ha reagito rapidamente imponendo sanzioni economiche e finanziarie e proseguendo gli sforzi di mediazione per cercare una soluzione diplomatica alla crisi, attivando al contempo la sua forza di pronto intervento.

 

L’UE, in una dichiarazione del 28 luglio, ha immediatamente condannato il colpo di Stato. Il 31 luglio, l’Alto Rappresentante Josep Borrell ha rinnovato, in seguito a un vertice dell’ECOWAS, l’appello per il rilascio immediato e incondizionato del presidente Bazoum e per il pieno ripristino dell’ordine costituzionale. Nella sua dichiarazione del 12 agosto, l’UE ha dato pieno sostegno agli sforzi dell’ECOWAS, dichiarando di essere pronta a istituire un nuovo regime di sanzioni individuali.

Il prolungamento delle misure

Il 14 ottobre 2024, il Consiglio dell’Unione europea ha prolungato per un ulteriore anno i regimi sanzionatori adottati nei confronti del Niger (Decisione (PESC) 2024/2702).