Il webinar
Nella letteratura in materia di sanzioni esiste una lacuna sull’impatto dei regimi sanzionatori sulle donne, i minori e altri gruppi vulnerabili. Tali soggetti subiscono effetti negativi spesso amplificati e non analizzati, nonostante le sanzioni siano pensate per favorire la pace, i diritti umani e la sicurezza. In particolare, la prospettiva di genere resta ancora scarsamente integrata nella progettazione e nell’implementazione dei regimi sanzionatori, siano essi generali, mirati (“targeted”) o concepiti per reagire a violazioni dei diritti delle donne.
Il webinar presenterà i risultati del progetto di ricerca “Prospettiva di genere e impatto delle sanzioni sulle donne, i minori e altri gruppi vulnerabili”, realizzato da AWOS con il contributo del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
La ricerca ha affrontato per la prima volta in modo sistematico le lacune in tema di sanzioni “gender-neutral”, con attenzione ai casi di alcuni paesi e ai “listing” delle donne destinatarie di sanzioni, fornendo inoltre raccomandazioni di policy per integrare la dimensione di genere nei regimi sanzionatori.
Interverranno al webinar:
- Zeno Poggi, Presidente AWOS
- Annalisa Ciampi, Professore ordinario di diritto internazionale, Università di Verona
- Francesco Giumelli, Professore associato di Relazioni internazionali, Università di Groningen
- Aurora Molesini, Ricercatrice in Relazioni Internazionali, Università di Groningen
- Anna Cervi, Trained Mediator & Research Consultant
- Marco Prencipe, Capo Unità per la fase ascendente delle politiche sanzionatorie, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Sanzioni internazionali e prospettiva di genere: uno studio di AWOS
Lo studio di AWOS, finanziato dal Ministero degli Esteri italiano, analizza per la prima volta in modo sistematico l’impatto delle sanzioni internazionali su donne, minori e gruppi vulnerabili. La ricerca mostra come la maggior parte dei regimi sanzionatori – generali, mirati (“targeted”) o pensati per difendere i diritti delle donne – siano per lo più ancora “gender-blind”, cioè provi di una reale prospettiva di genere, e come questo si verifichi anche nelle più recenti misure sanzionatorie europee.
Lo studio esamina tre ambiti: sanzioni generali, sanzioni rivolte a individui (incluse donne) e sanzioni adottate per violazioni dei diritti delle donne in Paesi come Afghanistan, Iran, Russia e Siria. Attraverso fonti varie e un’analisi quantitativa su dati di UE, ONU, Regno Unito, USA e Australia, emerge che:
- le sanzioni colpiscono in modo sproporzionato donne e soggetti vulnerabili, anche quando sono pensate per essere “mirate”;
- le ragioni per cui le donne sono inserite nelle liste sanzionatorie sono poco analizzate;
- anche nei regimi nati per proteggere i diritti femminili manca coerenza nell’applicazione della prospettiva di genere.
Tra le cause principali, vengono segnalare la scarsa valutazione dell’impatto di genere, la mancanza di consultazione e formazione, nonché problemi sistemici e poca integrazione con altri strumenti diplomatici.
Lo studio propone di:
- inserire fin dall’inizio valutazioni di genere nella progettazione delle sanzioni;
- coinvolgere le donne nei processi decisionali e prevedere esenzioni umanitarie chiare;
- fornire linee guida legali per evitare eccessiva cautela e integrare le sanzioni con altre politiche estere;
- ampliare la ricerca ad altri gruppi vulnerabili come bambini e giovani.
La ricerca di AWOS rappresenta un primo passo verso regimi sanzionatori più equi e consapevoli del loro impatto di genere, offrendo basi solide per future politiche e indagini accademiche.