Due diligence delle imprese ai fini della sostenibilità (CSDDD): raggiunto l’accordo nel Consiglio UE

18 Marzo 2024

La proposta di direttiva sul dovere di diligenza delle imprese ai fini della sostenibilità, il cui testo è stato più volte modificato a seguito dell’accordo provvisorio tra Parlamento e Consiglio di dicembre 2023, ha compiuto un passo in avanti venerdì 15 marzo 2024 con l’approvazione, da parte dei rappresentanti degli Stati membri (COREPER, il comitato dei rappresentanti permanenti degli Stati membri del Consiglio UE), del testo, più volte rivisto dalla Presidenza belga pur di raggiungere un accordo di ulteriore compromesso.

Finalità e prossimi passi

La finalità della CSDDD è di imporre alle aziende di grandi dimensioni precise responsabilità relative al rispetto dei diritti umani e dell’ambiente, imponendo loro doveri di dovuta diligenza in tutta la filiera. La CSDDD non riguarderò solo le aziende dell’UE, ma anche le aziende extra UE con attività rilevanti nell’UE, applicando in maniera vincolante alcuni dei principi guida volontari delle Nazioni Unite (UN Guiding Principles on Business and Human Rights). In questo senso, la CSDDD si allinea alle altre iniziative di sostenibilità promosse dall’UE con impatti intenzionali anche nei Paesi extra-UE, tra cui ricordiamo quelle relative al lavoro forzato, alla deforestazione e al CBAM (emissioni incorporate di di CO2).

Anche se l’applicazione avverrà progressivamente, con un ambito notevolmente meno ampio rispetto alla proposta iniziale, permane l’auspicio che questa iniziativa legislativa si traduca in modifiche positive in termini di governance aziendale, con effetto a domino anche per le società che per ora non rientrano nell’ambito di applicazione.

Il testo dovrà ora essere approvato dalla Commissione JURI del Parlamento UE e, in seguito, con voto in plenaria entro aprile 2024, per assicurarne la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale prima della conclusione della presente legislatura.

I principali contenuti

Di seguito una breve sintesi dei punti principali:

  • ambito di applicazione (con la possibilità di una revisione dei parametri in futuro):
    • imprese stabilite nell’UE con un minimo di 1000 dipendenti e EUR 450 milioni di fatturato netto globale (rispetto a 500 dipendenti e EUR 150 milioni);
    • imprese non stabilite nell’UE con fatturato netto generato nell’UE di EUR 450 milioni;
  • eliminazione dell’obbligo, per le imprese soggette, di promuovere un piano per contrastare il cambiamento climatico anche tramite incentivi finanziari (per evitare sovrapposizioni con gli obblighi di rendicontazione di cui alla Direttiva CSRD);
  • rimozione delle responsabilità in capo agli amministratori aziendali;
  • limitazione della responsabilità delle imprese per la filiera a valle al solo caso di rapporti commerciali diretti (eliminato il riferimento ai rapporti commerciali indiretti e al fine vita dei prodotti);
  • tempi di applicazione:
    • dopo 3 anni per imprese con oltre 5000 dipendenti e EUR 1.500 milioni di fatturato
    • dopo 4 anni per imprese con oltre 3000 dipendenti e EUR 900 milioni di fatturato
    • dopo 5 anni per imprese con 1000 dipendenti e EUR 450 milioni di fatturato.

ZPC seguirà l’iter conclusivo fino alla pubblicazione e vi terrà informati sugli ulteriori sviluppi.

 

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