Le proposte di ZPC al MITE sull’economia circolare

1 Dicembre 2021

ZPC ha partecipato alla consultazione pubblica del Ministero della Transizione Ecologica (MITE), aperta dal 30 settembre al 30 novembre 2021 per raccogliere contributi utili all’aggiornamento della strategia nazionale per l’economia circolare. Sulla base dell’esperienza a supporto delle aziende in tema di circular economy e della partecipazione ai principali tavoli di normazione tecnica per il settore tessile, ZPC ha presentato osservazioni, criticità e proposte rispetto ai principali dossier normativi nazionali.

La società ha espresso la propria posizione fortemente a favore dell’economia circolare, portando allo stesso tempo all’attenzione del MITE alcune criticità segnalate dalle aziende che necessitano di una approfondita valutazione dal punto di vista degli impatti economici ed ambientali, della reale efficacia in termini di circolarità e di congruenza rispetto alla normativa di armonizzazione UE.

In particolare, il contributo di ZPC si è articolato in osservazioni e proposte su:

  • il tema degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggi, dall’aumento del recupero e riciclo ai nuovi consorzi di responsabilità estesa del produttore (EPR)
  • il riciclo di rifiuti tessili urbani e l’imminente obbligo di nuove organizzazioni EPR specifici di settore
  • le misure introdotte per disincentivare l’uso di manufatti in plastica di singolo impiego (MACSI) in relazione alla normativa di armonizzazione
  • i criteri minimi ambientali per prodotti tessili negli appalti pubblici, con particolare riferimento all’idoneità per il riutilizzo e la durabilità

Tra gli aspetti più rilevanti evidenziati da ZPC emerge il tema dell’etichettatura ambientale degli imballaggi, che dal 1° gennaio 2022 prevede l’introduzione di nuovi requisiti. I nuovi obblighi impatteranno con oneri aggiuntivi sugli operatori economici e in alcuni casi rischiano di contraddire gli obiettivi di circolarità. Si pensi ad esempio all’aumento dei volumi dei packaging e di stampa a seguito all’obbligo di inserire i codici alfanumerici e tutte le nuove informazioni previste sul corretto conferimento dei rifiuti di imballaggio.

ZPC ritiene di fondamentale importanza la messa a disposizione dei consumatori di informazioni corrette e complete, ma non necessariamente attraverso l’etichettatura ambientale nella forma proposta. Forme alternative potrebbero essere, ad esempio, l’introduzione di supporti informativi nei negozi e l’utilizzo di sistemi digitali di QR code per fornire le informazioni ai consumatori.

Riguardo i nuovi sistemi di EPR per i rifiuti di imballaggi, è auspicabile che siano realizzabili anche da operatori economici non precedentemente coinvolti nel recupero e trattamento dei propri rifiuti di imballaggi, quali ad esempio le aziende produttrici del settore moda, alla luce dell’interesse di alcuni di esse di attivare progetti di recupero e riutilizzo circolari nelle proprie filiere.

Sempre il settore della moda, dal 1° gennaio 2022 sarà interessato dall’obbligo di raccolta differenziata dei rifiuti urbani di prodotti tessili (abbigliamento e scarti tessili). Se da un lato si apprezza lo sforzo di anticipare le scadenze fissate dalla normativa di armonizzazione UE (1° gennaio 2025), dall’altro ZPC sottolinea l’attuale mancanza di una filiera di EPR organizzata e in grado di produrre i risultati attesi. Ritiene quindi opportuno il rinvio della scadenza del 1° gennaio 2022 e la promozione di iniziative in concerto con attori europei, facendo leva sul contributo del settore tessile italiano come motore di cambiamento a livello europeo.

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